Sintomatologia e danni
I sintomi dell’attacco di Rosellinia necatrix sono generalmente aspecifici, al pari di A. mellea, e si estrinsecano in uno stato di debilitazione e di sofferenza generale: vegetazione stentata, clorosi fogliare generalizzata o localizzata, disseccamenti e infine la morte della pianta ospite. L’andamento della malattia, così come per A. mellea, può essere cronico (prolungarsi per diversi anni) o acuto (improvviso/apoplettico). Inoltre, anche in questo caso, analizzando il colletto della pianta ospite si può evidenziare un feltro miceliale biancastro ma presto tendente a formare una massa lanosa grigiastra che si localizza più esternamente al tessuto infetto, senza formare le placche miceliali sottocorticali tipiche di A. mellea.
Tecniche diagnostiche
Ai fini della diagnosi, oltre alla presenza delle placche miceliali, gli isolamenti micologici e le successive osservazioni al microscopio ottico permettono di caratterizzare il patogeno fungino in quanto, sono presenti in corrispondenza dei setti ifali, delle caratteristiche vescicole ampolliformi.
Strategie di difesa e prevenzione dei marciumi radicali
La difesa dai marciumi radicali parassitari si basa essenzialmente su misure di profilassi. Si consiglia di:
• evitare ristagni di acqua, soprattutto in terreni argillosi, attraverso drenaggi ben eseguiti;
• ricorrere, nel caso di nuovi impianti, a materiale di propagazione sano ed eliminare i residui vegetali (radici, ceppaie ecc.) delle colture precedenti eventualmente suscettibili;
• destinare il terreno, eventualmente, alla semina di graminacee per alcuni anni, se possibile, prima di procedere all’impianto;
• eliminare e distruggere le piante debilitate asportando dal suolo sia le radici infette, sia quella parte del terreno che può risultare contaminata;
• lasciare le buche aperte per alcuni mesi – procedendo eventualmente a una distribuzione di calce viva – prima di rimettere a dimora nuove viti in terreni che ospitavano la malattia.