Sintomatologia e Danni
Le larve della prima generazione provocano danni alle foglie, ai bottoni fiorali e ai frutti nelle generazioni successive. I danni alle foglie consistono in erosioni a livello della pagina inferiore. Le larve della prima generazione, inoltre, al pari delle altre tignole della vite, erodono e danneggiano le parti fiorali. Tali danni, nella maggior parte dei casi, sono compensati da un maggior accrescimento ponderale dei frutticini. Ben più gravi possono essere i danni provocati dalle generazioni carpofaghe. Gli acini vengono erosi preferibilmente nella zona del peduncolo, in caso di forti attacchi le erosioni possono interessare gran parte della superficie degli acini stessi. Gli attacchi determinano perdite quantitative e qualitative del prodotto. Sulla vite i danni sono fondamentalmente legati alle generazioni carpofaghe.
Tali danni si differenziano in modo abbastanza evidente rispetto a quelli determinati dalle altre tignole della vite (Lobesia botrana, Eupoecilia ambiguella), in quanto gli acini subiscono esclusivamente erosioni più o meno superficiali e non vengono perforati. In questo caso, però, le lesioni prodotte sono potenzialmente più pericolose rispetto a quelle delle altre tignole della vite, in quanto la maggiore superficie esposta può determinare significative infezioni di botrite e/o marciume acido oltre a influire sui processi fermentativi. Ciò, ovviamente avviene, nel caso in cui le popolazioni e le infestazioni dell’eulia della vite siano elevate.
Difesa
Nella maggior parte dei casi le modalità di lotta nei confronti della tignoletta della vite (Lobesia botrana) determinano il contenimento anche delle popolazioni e dei danni possibili da parte di A. pulchellana.
Nome Comune | Argyrotaenia pulchellana |
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Famiglia | Superfamiglia Tortricoideae |
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Genere | Famiglia Tortricidae |
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Specie | Genere Argyrotaenia |
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Morfologia
Adulto con apertura alare di 12-17 mm e con ali anteriori con colore di fondo ocra chiaro e presenza trasversalmente di bande di colore bruno– ruggine. Le ali posteriori assumono colorazione grigio argentata. Non vi è dimorfismo sessuale tranne le minori dimensioni dei maschi rispetto alle femmine.
Uovo (mm 0,8) a forma pressoché discoidale deposto in ovature o ooplacche embricate di colore giallastro costituite fino ad un centinaio di elementi.
Larva generalmente di colore verdastro a maturità (15-18 mm di lunghezza), spesso con sfumature scure, o giallastro in relazione anche del substrato alimentare.
La Crisalide (10 mm di lunghezza) ha una colorazione che va dal giallo verdastro al bruno.
Sintomatologia Generale
Le larve della prima generazione provocano danni alle foglie e ai bottoni fiorali, mentre le generazioni successive danneggiano i frutti.
I danni alle foglie consistono in erosioni a livello della pagina inferiore. Le larve della prima generazione, inoltre, erodono e danneggiano le parti fiorali. Tali danni, nella maggior parte dei casi sono compensati da un maggior accrescimento ponderale dei frutticini.
Ben più gravi possono assumere i danni provocati dalle generazioni carpofaghe; infatti sui frutti avvengono erosioni preferibilmente nella zona del peduncolo anche se in caso di forti attacchi le erosioni possono interessare gran parte del frutto stesso.
Ciclo Biologico
L’Argyrotaenia pulchellana presenta generalmente in Italia 3 generazioni annuali; una quarta generazione si può originare in Italia meridionale ma di solito è incompleta.
Lo svernamento avviene come crisalide riparata dalle foglie cadute a terra oppure vari altri ricoveri, quali le anfrattuosità della corteccia, dei tutori in legno, ecc. In Italia centro-settentrionale gli adulti sfarfallano a partire da fine marzo – inizio aprile e il primo volo può prolungarsi fino ad un mese. In seguito all’accoppiamento, dopo circa una settimana, le femmine depongono le uova sulla pagina superiore delle foglie, oppure (anche se meno frequentemente) sulla superficie dei germogli. La deposizione delle uova avviene formando delle ovoplacche di 25-50 elementi disposti in modo embricato. Le larve emergono dopo un periodo di incubazione variabile da 2-4 settimane e, di conseguenza, nascono intorno all’inizio di maggio. Le larve della prima generazione si traslocano sulle foglie ed in modo particolare della nervatura mediana, in corrispondenza della quale si costruiscono un riparo costituito da fili sericei. In seguito all’avvenuta maturità (generalmente nella prima decade di giugno) la larva si costruisce un bozzoletto sericeo in cui si incrisalida. I nuovi adulti (secondo volo) compaiono a partire dalla metà di giugno fino alla fine di luglio-primi di agosto. L’ovodeposizione avviene alla stessa stregua della prima generazione, ovvero le ovature sono deposte sulla pagina superiore delle foglie.
Le larve della seconda generazione determinano erosioni sia a livello fogliare e sia a livello di frutticini. La maturità delle larve avviene generalmente alla fine di luglio. L’incrisalidamento avviene, al pari della prima generazione, tra un bozzoletto sericeo costruito tra più foglie tenute insieme da fili sericei oppure tra foglie e frutti. La terza generazione avviene da inizio agosto e metà settembre. Le ovature sono deposte sempre sulla pagina superiore delle foglie. Le larve della terza generazione possono rimanere attive fino a tutto il mese di ottobre e anche oltre. Successivamente avviene l’incrisalidamento che corrisponde alla fase svernante.
In Italia meridionale può originarsi una quarta generazione che si sovrappone alla terza e che generalmente risulta incompleta data l’elevata mortalità delle larve originatesi.
Specie Colpite
È una specie notevolmente polifaga, infatti oltre alla vite è stata segnalata su svariate altre piante sia coltivate sia spontanee (melo, pero, cotogno, nespolo, pesco, ciliegio, susino, albicocco, fragola, actinidia, fagiolo, peperone, finocchio, mais, canapa, piante grasse, alloro, pittosporo, ibisco, acero, pioppo, quercia, pini, biancospino, erica, ranuncoli, potentilla, ecc).