Identificazione
Ceratocystis fimbriata Ell.&Halst. F. sp. Platani Walter è l’ascomicete responsabile del cancro del platano. Colpisce varie specie di platano: Platanus occidentalis (originario del nord America), Platanus orientalis (di origine europea) ed il loro ibrido, Platanus acerifolia che è quello più utilizzato negli arredi urbani.
Distribuzione geografica
Il cancro colorato del platano è stato per la prima volta segnalato negli Stati Uniti (New Jersey) nel 1924 mentre in Italia la malattia è comparsa alla fine della seconda guerra mondiale, introdotta molto probabilmente con materiale proveniente dagli Stati Uniti. Nel 1954 il micete è stato rinvenuto sui platani secolari costituenti l’alberatura monumentale del viale d’accesso alla reggia di Caserta e si è poi diffuso rapidamente anche in Francia ed Inghilterra. Nella nostra regione la prima diagnosi certa di moria di platano da questa malattia risale al 1972 sulle alberate di Forte dei Marmi.
Sono attaccate prevalentemente le piante poste al bordo delle strade, molto raramente interessa elementi isolati o collocati all'interno di parchi o giardini.
Biologia
Il fungo attacca tutte le parti legnose della pianta penetrando nei tessuti attraverso ferite dovute a insetti, roditori, uccelli, agenti meteorici ed interventi antropici, specie quelli che riguardano la potatura
Il micete differenzia periteci ed ascospore con caratteristica forma “a cappello”, poi attraverso riproduzione asessuata forma 3 tipi conidi: un tipo ialino di forma cilindrica, un tipo piriforme di colore brunastro e clamidospore a parete spessa che hanno la funzione di organi di conservazione avendo notevole capacità di sopravvivenza nei residui legnosi.
Le spore vengono disperse da vento e pioggia, da insetti ed altri animali. La temperatura ottimale per la loro germinazione è intorno a 20 °C, ma la formazione del tubetto germinativo può avere luogo anche a temperature sensibilmente inferiori. La colonizzazione da parte del fungo interessa non solo i tessuti corticali ma anche quelli legnosi e le ife possono arrivare nei raggi midollari ed all’interno dei vasi xilematici. Dalla lesione, l’infezione raggiunge i tessuti più interni della pianta, sia parenchimatici sia legnosi. A livello dei vasi legnosi, il patogeno induce la pianta ospite a difendersi con l'emissione di composti fenolici gommosi che, impedendo il passaggio della linfa, causano avvizzimento.
Il fungo colonizza anche l’apparato radicale tanto che la diffusione da pianta a pianta può avvenire per via radicale (anastomosi). Le clamidospore del patogeno, localizzate nei tessuti più interni della pianta, ne assicurano la sopravvivenza per molti anni.
Le piante infette e deperienti sono facilmente colonizzate dai funghi debolmente patogeni per lo più agenti della carie del legno.
Sintomi
I sintomi dell’infezione si manifestano sul tronco e sulla chioma con disseccamenti di parte della chioma, di intere branche, e talvolta la repentina morte della pianta e sono rilevabili più distintamente nel periodo di piena vegetazione quando c’è elevata traspirazione. I primi sintomi sono costituiti da bollosità, screpolature ed aree necrotiche sulla corteccia di rami e tronchi, visibili dall’esterno, dapprima sono di color nocciola-nerastro, poi disseccandosi si fessurano e si staccano dal tessuto sottostante che si presenta imbrunito. Il fungo si approfondisce nell’alburno e determina all’interno del cilindro legnoso la comparsa di caratteristiche alterazioni che diventano bruno-volacee (da qui il nome di “cancro colorato”). La degenerazione dei tessuti corticali e dell’alburno è responsabile dell’ingiallimento ed avvizzimento delle foglie e del disseccamento dei rami sovrastanti.
Sulla chioma la malattia può presentare un decorso acuto o uno cronico più graduale. Il primo è improvviso, si manifesta in primavera quando la traspirazione è più elevata: si ha ridotto sviluppo della vegetazione, chioma trasparente, morte di alcune branche o della pianta intera. Nella fase cronica, invece, il platano evidenzia un aspetto stentato della vegetazione con foglie piccole ed ingiallite. La ripresa vegetativa avviene in ritardo e l’accrescimento è scarso. La morte può avvenire nel giro di 2-3 anni e consiste in un progressivo deperimento degli elementi colpiti, con ingiallimenti, ritardo vegetativo e sviluppo stentato. L’alterazione procede in senso basipeto.
Prevenzione e Difesa
In Italia è in vigore un decreto di lotta obbligatoria che regolamenta le operazioni di potatura e di eventuale abbattimento dei platani al fine di limitare la diffusione della patologia (D.M. del 17 Aprile 1998). Se viene identificato un nuovo focolaio di cancro, è obbligatorio informare il Servizio Fitosanitario Regionale.
La misure di difesa contro la moria dei platani sono di carattere preventivo ed estintivo. È importante evitare qualsiasi lesione alle piante, dal momento che il patogeno penetra attraverso le ferite. Insetti, roditori e uccelli causando ferite aprono la via alla penetrazione anche se nelle zone urbane le potature ed i traumi accidentali causati dall’uomo sono il fattore principale di trasmissione della malattia. In aree dove sono presenti focolai di cancro colorato è vietata la potatura escluso i casi in cui le piante siano pericolose per la pubblica incolumità. Anche nelle aree in cui non sono stati segnalati casi di piante infette da Ceratocystis fimbriata le potature devono essere limitate ai casi di effettiva necessità ed eseguite in un periodo asciutto durante il riposo vegetativo; le superfici di taglio devono essere disinfettate così come gli attrezzi utilizzati per le operazioni. Prima di procedere con le potature è comunque obbligatorio richiedere l’autorizzazione al Servizio Fitosanitario Regionale.
Le piante infette devono essere eliminate seguendo le direttive imposte dal Servizio Fitosanitario Regionale per limitare la diffusione di materiale infetto. Tutta la serie di norme di profilassi sono riportate nella circolare applicativa del D.M. 17 aprile 1998.
Gli abbattimenti devono essere effettuati nei periodi asciutti dell’anno per evitare la diffusione del patogeno. Le piante infette devono essere estirpate, avendo cura di evitare il più possibile la formazione di segatura, che è opportuno raccogliere in appositi teloni. Il legname deve essere rapidamente smaltito, bruciato o sottoposto a trattamenti in grado di devitalizzare le spore del patogeno. L’estirpazione deve riguardare anche le piante che sembrano sane ma che si trovano vicino a quelle infette che potrebbero aver contratto l’infezione. La segatura deve essere raccolta in teli di plastica o devono essere utilizzati aspiratori per la sua raccolta. Una volta eseguito il taglio sarebbe bene estirpare anche le ceppaie e le buche disinfettate
Sono sconsigliati nuovi impianti di platano nei siti dove sono stati effettuati abbattimenti di piante infette.