Paysandisia delle palme

SchedaSintomi

Identificazione.
Paysandisia archon (Burmeister, 1880) è un lepidottero della famiglia Castniidae di origine sudamericana che rappresenta attualmente una terribile minaccia per le palme ornamentali e storiche del nostro paese. Le specie sensibili a questo parassita appartengono alla famiglia Arecaceae (Phoenix spp., Washingtonia spp., Trachycarpus spp., Chamaerops spp.,Butia spp., Latania spp., Sabal spp., Trithrinax campestris ).


Diffusione.
L'areale originario della specie è il Sudamerica, ed in particolare Argentina, Brasile  e Uruguay dove vive su palme spontanee.
Nel continente europeo sono state effettuate segnalazioni in Spagna e Francia meridionale nel 2001, nel Regno Unito nel 2002 (presenza occasionale), Isole Baleari nel 2003, Olanda (presenza occasionale nel 2006). In Italia sono stati segnalati esemplari in Sicilia, Puglia, Toscana, Marche, Campania, Liguria e Lazio, ma è probabile che sia presente anche altrove. La sua introduzione nel nostro continente è stata accidentale, alcune larve sono state trasportate all'interno di stipiti fogliari di palme provenienti da area sudamericana.

Biologia.
P. archon ha un ciclo di sviluppo piuttosto lungo. Alle nostre latitudini compie una generazione all'anno ma non si esclude che alcuni elementi possano completare il ciclo in due anni.
Le uova, da
bianco-grigiastro a crema, hanno forma allungata e dimensioni di circa 5 mm in lunghezza, con la particolare caratteristica di avere coste longitudinali. Vengono deposte in piccoli gruppi alla base del rachide fogliare o sul germoglio apicale. Le ovideposizioni avvengono tra la fine maggio e gli inizi di ottobre. Le uova schiudono in 12-21 giorni a seconda della temperatura. Il numero complessivo di uova che una femmina può deporre in natura non è noto, ma da osservazioni dell’apparato riproduttore femminile si pensa che possa arrivare a deporne circa 140 durante la sua vita.
La larva neonata
, di colore rosato è lunga meno di un cm mentre a maturità si presenta di color bianco crema e di grandi dimensioni (anche 8 cm di lunghezza). È caratterizzata da testa di colore marrone, parzialmente incassata nel primo segmento toracico, che è di colore più scuro degli altri. Ha corte zampe toraciche e pesudozampe addominali. Subito dopo la nascita, le larve penetrano nei tessuti vegetali scavando gallerie piuttosto rettilinee nel rachide fogliare e nello stipite, che approfondendosi aumentano di diametro.
Lo svernamento avviene allo stadio di larva che, nella primavera successiva, si incrisalida proteggendosi in un bozzolo costituito da fibre vegetali, escrementi e seta. La crisalide di colore marrone giallastro, è lunga circa 5 cm, presenta spinette brune a pettine lungo ciascun segmento addominale. Il bozzolo è di norma posizionato in prossimità della superficie dello stipite dell’apice del germoglio, in maniera tale da favorire la liberazione dell’adulto una volta completata la metamorfosi.
Trascorsa la fase dello sviluppo pupale, a partire dal mese di giugno, gli insetti adulti sfarfallano abbandonando le esuvie della crisalide. Gli adulti sono lepidotteri di grosse dimensioni (9-11 cm di apertura alare), molto vistosi a causa della vivace colorazione aranciata, con macchie bianche e nere, sulle ali posteriori. Le ali anteriori si sono di colore verde oliva con una banda mediana più scura. Le antenne sono di forma clavata. Il dimorfismo sessuale è manifesto con la maggiore dimensione delle femmine, riconoscibili anche per la presenza di un lungo ovopositore. I voli degli adulti possono essere osservati nelle ore diurne da maggio a novembre, ciascun individuo vive circa 4 settimane. Il volo è percepibile distintamente dal rumore causato dal battito delle ali.
La naturale dispersione della specie è assicurata dal volo degli adulti, mentre la disseminazione a lunga distanza è dovuta ai movimenti di piante infestate che risultano difficilmente individuabili a causa delle abitudini di vita del parassita.

Ambiente.
L'habitat preferenziale è rappresentato, nei luoghi di origine, da palmeti tropicali o sub-tropicali, o comunque zone verdi a vegetazione mista, in cui siano presenti piante di palma. Nel luogo di origine parassita esclusivamente palme di specie selvatiche, e non coltivazioni per produzione. In Europa, la specie si sta diffondendo sulle fasce costiere, in corrispondenza dei filari di palme delle città di mare,  non sono presenti fattori naturali che possono limitare la sua espansione per cui è in grado di procurare un danno sia estetico sia economico.

Danni.
Molto spesso la pianta ospite non rivela chiari sintomi dell'attacco da parte della larva di P. archon, ma evidenzia uno stato generale di sofferenza, con foglie ingiallite o secche, spesso ritorte o comunque deformate rispetto alla norma. Sintomi più specifici consistono nella presenza di abbondante rosura
in corrispondenza dei fori di uscita delle gallerie larvali nella parte sommitale dello stipite. Nel periodo autunnale si possono cercare stadi larvali all’interno di piante sintomatiche, mentre in tarda primavera-estate si evidenziano le esuvie conseguenti agli sfarfallamenti e si può verificare la deposizione delle uova. Sezionando i rachidi fogliari possono essere messe in evidenza le gallerie scavate dalle larve. Le giovani larve di Paysandisia archon possono, inoltre, analogamente ad altri lepidotteri minatori, produrre caratteristiche perforazioni a semicerchio del lembo fogliare, localizate soprattutto a livello del germoglio centrale, che tuttavia risulta un sintomo meno specifico.
Il danno causato da P. archon può essere più o meno grave in funzione della specie vegetale, dell'intensità di attacco e dell'età della pianta: le giovani palme presentano minore resistenza agli attacchi difatti seri danni ed elevata mortalità delle piante sono stati segnalati in vivaio. Lo stato di salute delle piante può essere seriamente compromesso se nello stipite sono presenti numerose larve.

Prevenzione e Lotta.
L’individuazione degli attacchi ed il controllo di questo lepidottero risultano difficoltosi in quanto le larve conducono vita endogena e non possono essere raggiunte facilmente all’interno dello stipite e dei rachidi fogliari. Pertanto, al fine di limitare la diffusione del fitofago, di fondamentale importanza risulta l’adozione di misure preventive, tra cui l’accurato controllo del materiale vegetale commercializzato, in particolare di quello di provenienza da areali a rischio. Da parte dei proprietari di palme è importante l’osservazione attenta e costante, supportata dal personale tecnico che può permettere la tempestiva individuazione di piante con sintomi iniziali di attacco. Tali piante, quando non hanno l’apice vegetativo compromesso possono, con buona probabilità, essere recuperate.
Non sono ancora disponibili prodotti fitosanitari registrati da impiegare contro questo parassita pertanto eventuali interventi possono essere effettuati solo tramite i PPO (prodotti per ornamentali). Siccome l’infestazione si localizza all’interno dello stipite della palma o dei piccioli fogliari, dove i prodotti ad azione insetticida hanno difficoltà a penetrare, la lotta risulta difficile.
Possono essere utilizzati nella difesa nematodi entomoparassiti che sono apparsi in grado di contrastare  il fenomeno, come quelli del genere
Sternermena spp. Per ben funzionare il nematode deve essere vivo e deve essere distribuito durante periodi piovosi e freschi, quali l’autunno e la primavera.
Un metodo grossolano ma idoneo di lotta consiste nell'eradicazione della pianta colpita, seguita da trattamento termico, oppure da triturazione meccanica che porti a frammenti non superiori ai 2 cm di dimensione. Chiunque riscontri la presenza di questo parassita è invitato  comunicarlo al Servizio Fitopatologico Regionale

Normativa

Direttiva 2009/7/CE della Commissione, del 10 febbraio 2009, che modifica gli allegati I, II, IV e V della direttiva 2000/29/CE del Consiglio concernente: “misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità”, inserendo la Paysandisia archon nell’allegato II, parte A, sezione II, lettera a) punto 10.

Decreto del MIPAAF del 07/09/2009 di recepimento della Direttiva 2009/7/CE della Commissione del 10 febbraio 2009, che modifica gli allegati I, II, IV e V del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 214, inserendo dell’allegato II, parte A, sezione II: “organismi nocivi di cui deve essere vietata l'introduzione e la diffusione in tutti gli stati membri se presenti su determinati vegetali o prodotti vegetali”, alla lettera a) punto 10, la Paysandisia archon.
Con la pubblicazione di questo decreto le palme destinate alla piantagione per poter essere introdotte e movimentate sull’intera Comunità devono soddisfare determinati requisiti ed essere accompagnate da passaporto delle piante.

Last Update 18-01-2011
Regione Toscana Via Pietrapiana 30 50121 Firenze